venerdì 1 aprile 2011

Presto, finché c'è posto!!!

Uno dei vantaggi di questo "lavoro" (vorgolette d'obbligo) è il potersi fare quei 3/4 giorni in giro spesato (fondi permettendo, e come si deduce dal nome del blog, non capita quasi mai) con la scusa di dover presentare qualche contributo a qualche conferenza.

Allora uno comincia per tempo a scegliere quella più interessante (di solito una alle Hawaii), salvo poi rinsavire (o essere costretto a rinsavire) e virare verso quelle due o tre italiane più famose (ma a meno di 50 km dalla tua università) e/o quella americana più importante. E poi produce il contributo.

Che dovrebbe essere la tua ultima scoperta/invenzione/risultato eccezionale, ma che di solito è il contributo che hai spedito l'anno precedente con l'aggiunta del lavoro del tuo ultimo tesista e qualche figura nuova.

E cerchi di mandarlo entro la deadline.

Beh, dipende.

Dipende perché la deadline è un concetto simile ai limiti di velocità nelle strade italiane: è un suggerimento.

E infatti anche le conferenze più importanti la posticipano di almeno una settimana (in maniera più o meno ufficiale) o istituiscono una postdeadline per i più ritardatari.
Anche perché, diciamocelo, tranne per la conferenza alle Hawaii è praticamente impossibile riempire tutti i posti a disposizione al primo colpo.

Nulla di strano insomma: gli organizzatori fanno finta di rifiutare i contributi arrivati oltre una certa data, tu fai finta di non sapere che quello che manderai con una settimana di ritardi ti verrà comunque accettato, loro casualmente decideranno di mettere una postdeadline e tutti sono con la coscienza a posto.

Ok. Detto questo: quanto deve essere brutta Baltimore, visto che m'è arrivato per mail l'avviso dagli organizzatori che è stata posticipata la deadline della POSTdeadline???

mercoledì 30 marzo 2011

Nel frattempo le porto un caffé?


Professore tedesco illustra un suo nuovo strumento che genera immagini utili per rivelare la presenza di armi nascoste sotto i vestiti delle persone, da usare negli aeroporti:

Professore: "E come potete vedere, questa è l'immagine finale in cui si riconosce chiaramente la pistola sotto la maglietta"
Io: "accidenti, questo funziona proprio bene, si vede benissimo la pistola e il corpo del tizio..."
P: "Il tempo impiegato per la scansione è di 15 minuti"


E mentre mi immaginavo il pericoloso terrorista armato che rimane quindici minuti fermo e tranquillo davanti al macchinario in questione, ho capito che quel muro invisibile che separa il mondo accademico da quello di tutti i giorni ha la consistenza del muro del caveau di una banca.

lunedì 28 marzo 2011

...non potevi fare l'autostop?





 Dal meraviglioso PhD Comics. Pensate sia un'esagerazione?

Due anni fa, ero già laureato ma non ancora dottorando, ero già in università con una borsa a fare il "collaboratore" (sì, il solito contratto Co.Co.Co., esisteva pure in università. Adesso con la nuova riforma sono cambiate un po' di cose e forse non esistono più) ed ero andato a fare la mia prima presentazione ad una conferenza. Una conferenza nazionale in Toscana, una delle più importanti del settore ma, essendo italiana, probabilmente ti accettano anche se mandi un articolo formato solo dal titolo. In ritardo di una settimana con la scadenza (quest'ultima cosa provata di persona). Comunque, dicevo, dovevo fare questa presentazione orale a questa conferenza (che durava quattro giorni). Faccio tutti i miei moduli per la richiesta di missione prima di partire, vado, faccio una buona presentazione, mi ammazzo di cibo alla cena sociale, faccio amicizia con ricercatori deRRoma, torno e faccio il mio bel modulo per i rimborsi. Lo compilo, ci allego un foglio con la spiegazione di tutte le ricevute, attestati di partecipazione ecc e consegno il tutto a segretariabuona2. Dopo mezzora mi viene a chiamare in Saladapranzo:

"Tom, mi devi giustificare il taxi che hai preso questo giorno"
"Ma te l'ho scritto lì, 'taxi da stazione a albergo' "
"Eh, non va bene."
"In che senso?"
"Serve una buona ragione per prendere il taxi."
"Era fine maggio, si moriva di caldo, io avevo una valigia, l'albergo stava dalla parte opposta della città rispetto alla stazione?"
"Eh, no."
"..."
"..."
"Facevo tardi per il check-in?"
"Ecco, questa va bene."


Non ricordo di quanto fosse la ricevuta, ma credo attorno ai 6-7 euro.

Così, per dire.

Un luogo, dei nomi.

Per darmi un po' di libertà in quello che scrivo, ho deciso che tutti i nomi di luoghi e persone (a partire dal mio) saranno inventati. I fatti no, quelli sono assolutamente veri.

Dunque, per cominciara non dirò di preciso che faccio, solo che mi sto dottorando in una materia scientifica. L'università in cui lo sto facendo si trova nel nord, nella ridente Pianura Padana e la chiamerò usando un nome che ne indentifichi in maniera univoca le caratteristiche. Sarà Nebbiosa (Zanzarosa mi suonava male). Il mio giovane "advisor" ("tutor" mi fa ridere, "capo" è onestamente troppo) viene soprannominato da molti studenti (forse per i capelli lunghi, forse per il filo di barba, forse per il mento sporgente, forse perché è proprio identico) Jigen, e così sarà anche in questo blog.

Le segretarie si dividono in due gruppi: le due segretariebuone (segretariabuona1, segretariabuona2. I numeri sono scelti per questioni anagrafiche. E non è un caso che inizino con lettere minuscole) e le Arpie (Arpia1, Arpia2 e menoArpia. In questo caso i numeri indicano l'importanza. E il grado di str... arpiaggine).

Ah, la mia vita scientifica si snoda in due laboratori diversi: la Saladapranzo (perché è grosso, spazioso, luminoso, pieno di gente e soprattutto si mangia sempre) e il Loculo (perché... vabbé, è l'opposto dell'altro). Nella Saladapranzo si lavora al pc, si elaborano i dati, discute con Jigen in quei rari momenti in cui lo si trova, si legge Repubblica, si va su Facebook e ovviamente, si mangia. Nel Loculo si trovano gli strumenti, e delle figure pallide e magroline che dicono di essere tesisti a meno di un mese dalla laurea.

Questi sono i luoghi e le persone fondamentali da descrivere adesso (per dire, solo nel mio laboratorio oltre a me ci sono altri 8 dottorandi, alcuni post doc e un altro paio di Professori (notare la P maiuscola)), per gli altri c'è tempo... 

L'arte di sapersi arrangiare...

...perennemente senza fondi.

Apro questo blog così, per sport, senza troppe pretese. Non sarà uno di quei blog personali, in cui ci si racconta i fatti propri. Non avrei nulla di interessante da raccontare, del resto. Invece, parlerò del dottorato di ricerca. Perché sì, sono un dottorando. In questo momento sono passati pochi mesi dall'inizio del secondo anno (quasi a metà, insomma) ma a differenza dei miei colleghi 26enni, quella che è appena cominciata è la mia trentesima primavera... tralasciando gli errori di gioventù, questo quantomeno mi permette di vedere le cose con un occhio un po' diverso, mentre faccio qualcosa mi piace da morire, che so che non mi servirà a niente nella vita ma conscio che al momento più che sei mesi con rimborso spese in giro non si trova.

Perché Senza Fondi? Perché è così che si vive in università adesso. I soldi non ci sono, se devi andare a presentare un lavoro ad una conferenza l'autostop è la soluzione che ti viene consigliata in segreteria, e gli strumenti li compri di terza mano. Se ci sono. Altrimenti li costruisci (ecco a cosa servono i tesisti).

L'idea insmma è quella di raccontare la vita di un peter pan della ricerca, che passa le giornate a fare cose abbastanza interessanti, trovandosi a modificare laser usando nasti adesivi. Un'infanzia segnata da McGyver.